Custodi
Custodi della biodiversità della Valdambra
Incipit
“Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento. Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.” Franco Arminio da Cedi la Strada agli Alberi, Chiarelettere 2017
Citazione
La stretta relazione tra olivo e paesaggio ha caratterizzato l’evolversi del territorio toscano
Blocco di testo
Il paesaggio toscano, amato da visitatori di tutte le epoche, è frutto del lavoro e della fatica di generazioni di contadini che con sudore e passione hanno creato questo mix straordinario di natura e lavoro che gli storici chiamano paesaggio agrario.
In Valdambra tutto questo è molto evidente, basta un’occhiata in giro per rendersene conto.
È arrivato il momento di conoscere almeno una parte degli agricoltori di questo territorio, i protagonisti del progetto Olionostrum, i custodi della biodiversità degli olivi del territorio di Bucine.
Custodi
Simone Biagi
Azienda agricola L’Orciaia, Montebenichi
Ho ereditato gli olivi dal mio babbo Gino, che iniziò a coltivarli sessanta anni fa, quando venne da Siena a Montebenichi. All’inizio si informava e seguiva i consigli dei contadini del posto, poi cominciò a fare di testa sua, innovando sia i tempi che i modi di raccolta delle olive.
Fra i suoi olivi spiccava l’attuale “Olivone di Montebenichi”, che lui chiamava “Noccolo”. Prima della gelata del 1985, era più alto di una querce e per raccogliere le olive alzavano tutto intorno dieci scale. Si raccoglievano nelle buone annate 10 staia di olive (circa 240 chili). Ora mi occupo io degli olivi e sono contento che, grazie agli studi del CNR, si sia confermato che l’Olivone è una pianta particolare, unica - come già aveva capito il mio babbo - un olivo a sé stante e non ce ne sono altri come lui.
Vediamo insieme di portare avanti il progetto... e che ognuno faccia la sua parte.
Angela e Angelo Peri
Azienda agricola Peri Angela, Cennina
Ci occupiamo personalmente degli olivi, in modo da garantire la massima cura delle nostre piante.
In passato mio padre aveva già notato dei particolari che caratterizzavano questa pianta, ad esempio: la forma allungata delle foglie e delle olive. Inoltre questa pianta ogni anno produce le olive solamente da un lato e nell’anno seguente nel lato opposto.
Pensiamo che il progetto Olionostrum sia un’iniziativa molto utile per la difesa e la tutela del territorio e della biodiversità olivicola, a favore di noi agricoltori e delle generazioni future.
Riccardo Casini
Azienda agricola eredi Casini Santi, San Leolino
Siamo in tre ad occuparci degli olivi della nostra piccola azienda: mia sorella, mio nipote ed io. Le nostre sono olivete storiche che già coltivavano i miei nonni, sono più di cento anni che stiamo in questo podere.
La mia mamma, morta novantenne, mi raccontava che anche ai suoi tempi sapevano di avere delle piante di olivo “strane” non censite. Ora
- grazie a questo progetto - sappiamo con certezza che queste piante sono fenotipi autoctoni che potranno essere molto utili ai produttori della zona e incidere sulla qualità del nostro eccellente olio.
Mauro Aldinucci
Duddova
Degli olivi mi occupo personalmente, eseguendo tutti i vari lavori manuali dalla potatura, alla concimazione, al taglio delle erbe... Mi faccio aiutare solo al momento della raccolta che faccio a mano utilizzando i rastrellini.
La qualità della nostra produzione deriva anche dalle molteplici varietà di olivi che abbiamo, un patrimonio di biodiversità da proteggere. Dall’inizio del secolo scorso il 75% della biodiversità genetica nazionale delle colture agricole è andata perduta. È importante intervenire nel proprio territorio e salvaguardare le varietà locali, cioè quelle piante che si sono adattate nel tempo agli agro ecosistemi locali.
Mio padre era consapevole di coltivare olivi diversi dagli altri, mi diceva che erano unici nella zona per grandezza e li chiamava “maremmani”, gli ultimi da cogliere - anche a gennaio - e le olive erano sempre sane e dure. La produzione era alta anche negli anni di scarsità generale.
Sandro Michi
Tenuta San Francesco a Montebenichi
Abbiamo acquistato la Tenuta di San Francesco 35 anni fa e i vecchi proprietari non ci dissero niente a proposito di piante di olivo particolari ... mentre noi ce ne accorgemmo subito. O meglio se ne accorse Roberto che coltiva con noi gli olivi.
“Secondo me - interviene Roberto - quelli ancora più anziani di me magari ci potrebbero anche essere arrivati ma parecchi non conoscono mica che sono. Quando s’è preso questa oliveta mi sono accorto che c’era degli olivi che non si conoscevano, che non si sa che razze sono”. Il progetto Olionostrum è molto interessante e stimolante per chi come me vuole sviluppare la propria azienda, magari acquistando un frantoio. “Perché l’olio buono lo fa anche il mulino - conclude Roberto - a rovinare l’olio ci vuole poco! Tutti i tempi son venuti e tutti i tempi ritorneranno”.
Eraldo e Antonella Zampi
Azienda Agricola Casa Bistino a Badia a Ruoti
Mi occupo personalmente degli olivi insieme a mia figlia Antonella, in un podere che coltiviamo da sempre. Non sapevo però che ci fossero olivi particolari, anche se mi ero già accorto che sono olivi che resistono al gelo. I nonni lo chiamavano uno Leccino, quell’altri non me lo ricordo ma comunque sono razze che fanno sempre le olive. Sapevo che erano olivi che non avevano niente a che fare con le razze normali. Si vede perché fanno tutte le olive diverse una dall’altra. Ho piacere che siano trattati bene perché io ci passo gran parte della mia giornata, da mattina a sera.
“Non solo per questo - interviene la figlia Antonella - anche per la conservazione di qualcosa che appartiene al passato e di cui non conosciamo l’origine.” Va bene, però io poi ho paura che fra 10/20 anni ci nascano tutte le macchie.... Ma come fa un giovane a venire qui e vivere con l’olivicoltura? C’è tanto lavoro da fare e alla fine c’è poco guadagno... se uno lo dovesse fare con un operaio chiuderebbe subito. Gli ulivi sono tutti nei posti disastrati e ci vuole tanto lavoro e non si guadagna niente!
Helge Classen
Duddova
Non sono un agricoltore, faccio un altro mestiere. Da molti anni mi sono trasferito in Toscana dove vivo in una casa a Duddova, nel comune di Bucine. 25 anni fa ho piantato un olivo, senza preoccuparmi di che varietà fosse. L’olivo crescendo si è rivelata una pianta vigorosa e resistente e con caratteristiche morfologiche diverse dalle altre piante di olivo di Duddova. Sono molto orgoglioso di custodire questo unico olivo, mi fa sentire ancora più toscano e parte di questa piccola comunità.
Luca Sanjust, Petrolo Società Agricola s.s.
Mercatale, località Petrolo
"Biodiversità ed equilibrio materiale, rispetto assoluto del ciclo materiale”. Questa la filosofia di coltivazione di Luca Sanjust nella sua azienda. I fenotipi di olivo custoditi - Arnia, Petrolo, Solatia, Costa, San Giusto - fanno parte di questa incredibile biodiversità. Già dagli anni '90 i nostri oliveti sono stati progressivamente inerbiti, abolendo la concimazione e l'uso di fitofarmaci di sintesi in modo da creare le condizioni per un equilibrio naturale e spontaneo, benefico per le piante ed i loro prodotti; l'olio di Petrolo è, quindi, da molti anni riconosciuto come biologico ed è per noi motivo di orgoglio vedere che nel comune di Bucine anche il progetto Olionostrum ha abbracciato gli stessi concetti di sensibilità alla natura, di difesa verso i fenotipi autoctoni e a favore della biodiversità ed equilibrio naturale, così da valorizzare l'olivicoltura e segnare profondamente la qualità dell'olio della Valdambra.
Lidia La Placa
Azienda agricola a Montebenichi
“Era la campagna di mia nonna -racconta Lidia - poi se ne è occupata mia mamma, poi papà e infine io dal 1991, prima affiancandolo e poi sostituendolo. Infatti la mia famiglia gestisce l’azienda da quasi cento anni, 20 ettari di oliveto specializzato, tutti coltivati dal 1993 con metodo biologico. Siamo a Montebenichi, un borgo posto a 550 metri su una collina nel cuore della Toscana, nel Comune di Bucine a confine tra le province di Arezzo e Siena. È una zona particolarmente vocata alla produzione di olio extravergine di oliva di qualità poiché l’altitudine, il tipo di terreno e il clima siccitoso, pur riducendo quantitativamente la produzione, esaltano notevolmente le caratteristiche qualitative del prodotto".
In questo oliveto Lidia custodisce una delle cultivar di olivo autoctono della Valdambra mappata dal CNR, denominata “Soffione” perché il giorno in cui è stata scoperta soffiava un forte vento di tramontana.